Fa sempre uno strano effetto correre di notte. La frontale che illumina le punte degli sci, l’aria fresca in faccia, il buio tutto intorno… Per un attimo ti sembra che l’inverno sia finalmente arrivato e ti dimentichi che nel pomeriggio hai visto animali al pascolo che si godevano i 12° di Folgaria.
Tutti aspettano la neve. Ogni giorno ci si inventa un modo diverso di allenarsi, si affrontano lunghe trasferte per mettere “metri in cascina” o anche solo per tirare due curve e tornarsene a casa con la “coscienza a posto”. In facebook continuano a girare post del tipo “Babbo Natale portaci la bianca” o “keep calm and wait for snow”, ma la pazienza è ai minimi termini. Sabato eravamo in 400 al via della Folgrait Ski Race. Ciò la dice lunga sulla voglia crescente di sciare che accumuna noi scialpinisti.
Anche in condizioni al limite, gli amici dello Sci Cai Schio sono riusciti a proporre una gara vera. Che non fosse la solita garetta in pista lo si è visto dalla prima salita: un muro tanto ripido che mi sembrava di essere a Saalbach. E poi via con una serie di inversioni e una combinazione di salite che alternavano muri a pezzi tutti da spingere. Prima della discesa finale, anche il pezzo a piedi ha contribuito a rendere la prova più varia e divertente. Come è andata? Beh, direi decisamente bene anche se dietro le giovani leve cominciano ad affilare le armi. Quindi #nevergiveup